___________________________________ Da oggi il sito de "I Borbone-Viaggio nella
memoria" sarà arricchito da una serie di interviste rilasciate da
personaggi di primo piano della vita culturale e civile italiana ed estera.
Presidente, la Regione Campania appare al primo posto fra i promotori dell'evento I Borbone. La riscoperta della memoria storica del meridione non sembra conoscere barriere partitiche... Il sostegno assicurato dalla Regione trova la sua motivazione nell'ampio respiro culturale della manifestazione, che coinvolge non solo la Campania ma anche le altre regioni meridionali. Il periodo di riferimento, al di là di ogni giudizio di merito, ha segnato indubbiamente la vita del nostro Sud. L'evento I Borbone quindi, può utilmente contribuire a fare luce e chiarezza su uno spaccato della nostra storia. Quali possono essere, concretamente, le ricadute, in termini di visibilità, di flussi turistici, di valorizzazione culturale e paesaggistica per la Campania e, in generale, per le località interessate dalla manifestazione? Non bisogna dimenticare che I Borbone -
Viaggio nella Memoria toccherà una quantità ragguardevole
di siti, circa ottanta, distribuiti fra Napoli, la Campania ed il Sud.
E' questo un dato di particolare importanza, un "supplemento di visibilità"
per le nostre Regioni rispetto al già previsto " effetto Giubileo",
che sottolinea ed evidenzia ulteriormente la valenza dell' iniziativa per
la quale si è avuto
Un mega spettacolo a carattere turistico - culturale, quindi. Ma gli "addetti ai lavori", gli studiosi di "professione" possono stare tranquilli riguardo alla scientificità dell'evento? E' evidente che la manifestazione si caratterizza
anche per l'intrinseco valore scientifico, sottolineato peraltro dall'impegno
assicurato da Soprintendenze, Istituti di cultura, centri di ricerca, a
testimonmianza di quella sinergia interistituzionale che si va ormai consolidando
e che certamente si svilupperà ben oltre il Giubileo nell'interesse
della Campania e dell' intero Mezzogiorno.
segue l' intervista al Professor
Giorgio
Rumi, Ordinario di Storia Contemporanea
all'Università Statale di Milano.
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