IL REAL ISTITUTO DI BELLE ARTI
La quadreria ottocentesca e il mecenatismo di stato Il palazzo che ospita l'odierna Accademia di Belle Arti fu costruito subito dopo l'unità su progetto di Enrico Alvino che ne fu allievo e professore. Il Real Istituto di Belle Arti fu la fucina di un numero considerevole di artisti dell'800 napoletano. Come recita l'almanacco reale aveva per scopo di "istruire, proteggere ed incoraggiare la gioventù nelle arti del disegno." Quindici erano le cattedre di insegnamento: disegno, pittura, scultura, architettura, prospettiva, ornato, paesaggio, incisione in rame, intaglio in acciaio e in legno, incisione in rame, incisione in pietre dure, anatomia applicata alle belle arti, preparazione anatomica in cera, storia, mitologia ed estetica applicata alle arti, scenografia e storia sacra e profana per allievi scenografi. Tra i professori dell'ultimo periodo che ne furono anche allievi basti ricordare Giuseppe Mancinelli, Tommaso de Vivo, Camillo Guerra, Tito Angelini, Gabriele Smargiassi, Tommaso Aloysio Juvara, Raffaele Postiglione, Gennaro Maldarelli, Giacinto Gigante, i Cammarano, i Fergola e i Palizzi. Molti di loro donarono cospicue raccolte di opere
all'Istituto che oggi torneranno dopo molti anni ad essere esposti al pubblico
in un riallestimento fedele ai canoni ottocenteschi.
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